mercoledì 27 giugno 2012

STRUFFOLI dolce carnevalesco Campano



Sono dei tipici dolci natalizi della cucina napoletana.
Il dolce è composto da numerosissime palline di pasta (realizzata con farina, uova, burro, zucchero e aromi) di non più di 5-10 mm di diametro, fritte nell'olio o nello strutto e (dopo averle lasciate a raffreddare) avvolte in miele caldo e disposte in un piatto da portata dando loro, in genere, una forma a ciambella; si decora, infine, la composizione con pezzetti di cedro ed altra frutta candita, pezzetti di zucchero e confettini colorati. Una variante può identificarsi negli struffoli al forno, e cioè che le palline di pasta siano cotte al forno anziché fritte.
Nonostante la loro tipicità, sembra che gli struffoli non siano stati inventati a Napoli ma che siano stati portati dai greci già ai tempi della Magna Grecia. Peraltro, nella cucina greca esiste ancora una preparazione simile, i loukoumades (ghiottonerie). Anche l'uso come dolce tipico natalizio sembra essere relativamente recente, in quanto il ricettario del Crisci (1634) ne fa cenno ma non specificamente in relazione al pranzo di Natale.
Dal greco deriverebbe lo stesso nome dello "struffolo", ossia della singola pallina che compone il dolce: precisamente dalla parola στρόγγυλος (stróngylos, pron. "strongoulos" o "stroggulos") che significa "di forma tondeggiante".
Nelle Marche, Abruzzo, Molise e in alcune zone del Lazio esiste un dolce simile chiamato "cicerchiata"; in Basilicata e Calabria si trova invece la "cicerata".
Nell'area della Ciociaria, particolarmente presso la cittadina di Ceccano, con il nome struffoli si intende un dolce tipico carnascialesco diffuso in più parti d'Italia con il nome di castagnole (palline fritte della dimensione di una castagna).
A Taranto e nella Provincia vengono chiamati "sannacchiudere", mentre a Lecce "purceḍḍuzzi" (porcellini dolci).

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