venerdì 28 settembre 2012

CRESCIA BRUSCA - una mia ricetta rivisitata

Secondo l’uso di Urbino e zone limitrofe (versione modificata per intolleranti al latte e  derivati di vaccina)





Ingredienti:
Per il lievito: 
300 gr. farina            
2 uova            
50 gr. lievito di birra sciolto in un bicchiere di acqua tiepida

Per la crescia: 
800 gr. farina            
280 gr. pecorino            
200 gr. margarina            
10 gr. sale
150 gr. olio d’oliva extravergine                 
pepe a mulinello,a piacere

Per la cottura: Olio per ungere lo stampo

Impastare la farina con le uova e il lievito ammorbidito,coprite con un pugno di farina e lasciate lievitare almeno per un’ora.
Sulla spianatoia versate la farina aperta a cratere,aggiungete la margarina e l’olio,precedentemente fusi assieme,poi il pecorino,il sale,il pepe,infine il lievito.
Impastate con buona lena e cura fino ad ottenere un composto liscio,omogeneo,lucido.
Disponete entro uno stampo dalle pareti alte (se non lo avete potete utilizzare il vostro classico stampo),già oliato,pareggiatelo,copritelo con un panno e fate lievitare,caso mai nei pressi di una fonte di calore.
Trascorse un paio di ore,passate in forno già caldo a  220°C e lasciate cuocere a dovere,finchè non sarà diventato ben dorato.
Servite la crescia soffice tiepida o fredda,affettatela e abbinatela con salumi caserecci.
Buon Appetito!

SPAGHETTI CON GAMBERI E SCORZA DI LIMONE - una mia ricetta

In vena di sperimentazione quest'estate ho provato ha fare questi spaghetti al profumo di limone.
E' fantastico è un sapore delicato ma nello stesso tempo molto delicato.

Ingredienti per 4 persone:
300 gr. di spaghetti
500 gr. gamberi sgusciati
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 ciuffo di prezzemolo – facoltativo
brandy
4 cucchiai d’olio extravergine
sale q.b.
pepe q.b.

Sbucciate gli spicchi d’aglio e tritateli finemente con il prezzemolo: Mettete le code di gamberi in una ciotola,copritele a filo con il brandy,profumate con la metà del trito di aglio e un po’ di pepe e lasciate marinare a fresco per 20 – 25 minuti,girandole spesso.
Cuocete gli spaghetti in una casseruola con acqua bollente salata. Asportate la buccia di limone e tagliatela a striscioline. Scolate i gamberi e fateli saltare in un largo tegame con l’olio per 3 minuti. Unite la scorza,spegnete e mescolate bene.
Scolate gli spaghetti,trasferiteli in un tegame con i gamberi e fateli saltare a fuoco vivace per qualche istante.
Completate con il resto del trito e servite.
Buon Appetito!

TORTA DI FECOLA DI PATATE - una mia ricetta

Una delle mie ultime ricette che vi voglio proporre e che con semplici ingredienti riuscirete a farne una torta speciale.



Ingredienti per 6 persone:
80 gr. di fecola di patate
150 gr. di zucchero semolato
il succo e la scorza grattugiata di un limone
¾ o 1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di zucchero vanigliato
20 gr. di margarina/burro di soia
4 uova
sale

Rompete le uova separando gli albumi ed i tuorli; mettete questi ultimi in una terrina,unitevi lo zucchero e lavorate a lungo con un cucchiaio di legno,fino a quando avrete ottenuto un composto morbido e cremoso. Aggiungete gradualmente, e sempre mescolando,la fecola di patate setacciata,3 cucchiai di succo di limone,il lievito,lo zucchero vanigliato,una presa di sale e la scorza di limone.
In una terrina a parte montate gli albumi a neve ben fermi gli albumi e incorporateli delicatamente al composto di fecola mescolando dal basso verso l’alto perché non si smontino.
Imburrate una tortiera dal diametro di 24 cm (se non l’avete va bene ugualmente la vostra tortiera che avete in casa),versate il composto,livellando con il dorso di un cucchiaio di legno e cuocete la torta nel forno già caldo a 180°C per  35 minuti,o finchè uno stecchino inserito al centro né uscirà asciutto.
Togliete la torta dal forno,lasciate intiepidire,sformatela su un piatto da portata e servite.
Buon  Appetito!

giovedì 27 settembre 2012

LINGUINE ASPARAGI E SALMONE - le mie ricette

Vi propongo una delle mie ricette classiche che ho fatto questa primavera,nel periodo degli asparagi.
In ritardo come al solito vele le propongo come buon consiglio per la prossima primavera o che comunque potete farlo anche in questi giorni visto che molti supermercati nel reparto surgelati li potete trovare.


Ingredienti per 2 persone:
160 gr. di linguine
8 asparagi freschi
1 fettina di salmone affumicato
2 cucchiai di panna di soia
1 spicchio di cipolla tritata
olio q.b.
sale q.b.


Mettete in una padella antiaderente un filo d’olio d’oliva e uno spicchio di cipolla tritato,soffriggete,dorate ma non lasciatele annerire.
Pulite gli asparagi e tagliateli a rondelle e aggiungetele nel soffritto con un po’ d’acqua possibilmente calda.
Quando sarà arrivata a cottura,spegnete ed aggiungete 2 cucchiai di panna di soia e mescolate.
Preparate a parte la pasta e quando sarà arrivata a cottura,scolatela e aggiungete la pasta nella padella insieme agli asparagi. Lasciate a mantecare a fuoco alto,aggiungete la fettina di salmone sminuzzata a fine mantecatura e servite.
Buon Appetito!

mercoledì 26 settembre 2012

CUORE RIPIENI DI MOUSSE DI FRUTTI DI BOSCO - una mia ricetta

Sono in ritardo l'ammetto,questa ricetta l'ho realizzato San Valentino scorso per una serata con il mio fidanzato.
Può un'ottima idea può essere realizzato per una cena romantica.


Ingredienti per  2 persone:
70 gr. di mandorle macinate
150 gr. di zucchero a velo
2 albumi
Per il ripieno:
1 confezione di frutti di bosco decongelati
1 dl di panna di soia
1 cucchiaio di zucchero a velo

Mettete le mandorle macinate in una ciotola e unitele bene allo zucchero a velo e mescolate bene. Montate gli albumi a neve con le fruste fino a renderle spumosi,poi versateli nella ciotola con il mix preparato e mescolate delicatamente.
Trasferite il composto in una tasca da pasticcere e distribuitelo  dentro coppapasta a forma di cuore sistematelo in una teglia foderata con carta da forno.
Fate riposare per 15 minuti.
Trasferite la preparazione in forno già caldo a 180°C e cuocete per  8 – 10 minuti circa,fino a quando il composto si sarà rassodato.
Togliete i cuori dal forno e lasciateli raffreddare su una gratella.
Preparate il ripieno. Mettete la panna in una ciotola,se l’avete metallica sarebbe meglio ma viene lo stesso risultato in quella di ceramica. Fatela raffreddare nel freezer per  5 minuti,poi montate con le fruste per 5 minuti,unendo via via lo zucchero a velo.
Scongelate i frutti di bosco,schiacciate delicatamente con la punta di una forchetta,poi unite la panna e mescolate bene.
Farcite i cuori a  2 a 2 con il ripieno preparato e servite.
Buon Appetito!

martedì 25 settembre 2012

RISOTTO DI MERLUZZO E CARCIOFI - una delle mie ricette

Questa ricetta la realizzata nel mio periodo post depurazione consigliata dalla dieta dell'allergologo e dove avevo ricominciato ad aggiungere  qualche ingrediente nei miei cibi.
E' dietetica ma nello stesso tempo molto delicato come sapore.



Ingredienti per 1 persona:
50 gr. di riso per risotti
1/4 di confezione di cuore di carciofi congelati
3 cucchiai di panna di soia
1 trancio di merluzzo congelato spezzettato
olio d'oliva q.b.
cipolla tritata q.b.
sale q.b.

Prendete una piccola pentola e aggiungetevi il riso,fatelo tostare e aggiungete un filo d'olio,cipolla tritata e un po' di acqua calda,mescolate spesso ed evitate che si attacchi il riso.
Inseguito aggiungete spezzettato il merluzzo de congelato e i carciofi,aggiungete ancora un po' d'acqua calda e salate.
A fine cottura aggiungete i 3 cucchiai di panna di soia.
Buon Appetito!

venerdì 21 settembre 2012

Fiori d'arancio - vi propongo una ricetta


RICETTA
Biancomangiare ai fiori d'arancio

Ingredienti:
1/2 litro latte/latte di riso
100 g zucchero
50 g amido di mais
50 ml di acqua di fiori d'arancio
1 limone non trattato

Insalata INVIDIA


Colore: verde – giallo
Periodo di raccolta: estivo – autunnale
Quantitativo previsto: 1-2 kg per mq*
Conservazione: in frigorifero fino a due settimane
Caratteristiche: cespo grande con foglie verdi dentellate, più gialle verso il centro.
Proprietà e benefici: è ricca di sali minerali, calcio, ferro e fosforo (maggiormente nelle foglie più verdi), e di oligoelementi, in particolare selenio, un antiossidante che protegge le cellule dall’invecchiamento. Il rapporto potassio/sodio (tanto/pochissimo) le conferisce proprietà diuretiche. Inoltre, è ricca di fibre e di vitamina A. I principi amari della scarola stimolano l’attività dello stomaco.La si può consumare anche cotta, stufata rapidamente da sola e condita o tagliata a listarelle e saltata in padella con olio o burro ed un po’ di aglio.
Conservazione in congelatore: non è adatto alla congelazione.

tisana MELISSA POMPADUR (TEEKANNE)

Per me è una bomba di relax ne prendo una tisana sopratutto quando sono nervosa e stressata e poco dopo averla bevuta mi addormento come un sasso,il giorno dopo sono super rilassata. Il costo di queste tisane non sono elevatissimo visto che si trovano in tutti i supermercati.

FRUTTO DELLA PASSIONE - frutto esotico


Il frutto della passione e' il frutto di una pianta erbacea rampicante che raggiunge anche i 10 metri d'altezza (Passiflora edulis) appartenente alla famiglia delle Passifloracee e coltivata anche a scopo ornamentale. Il nome gli fu dato dai missionari spagnoli che, vedendo i grandi e splendidi fiori bianchi dal centro rosa o viola per la prima volta, gli riconobbero nella forma i simboli della passione di Cristo: nei tre steli si vedono infatti i chiodi della crocifissione, mentre gli stami rappresentano le piaghe di Gesu', circondati dalla corona di spine; il ricettacolo sarebbe il calice ed i petali le vesti del Signore. Di questo frutto ne esistono due varieta': la "Granadilla", dalla buccia color giallo-arancio brillante, e la "Maracuja", dalla buccia color rosso-violetto.
Originario dell'America del Sud, ha le dimensioni di una piccola pesca leggermente ovoidale, dalla buccia liscia e sottile che, con la maturazione, tende a raggrinzirsi. Il nome di questo frutto deriva dal termine spagnolo "granata", cioe' melograno, in virtu' del fatto che la parte commestibile di entrambi e' molto simile; infatti, e' composta da una serie di semi tenuti insieme da una gelatina succosa dall'inconfondibile profumo; il gusto e' dolce con una nota acidula. Rispetto alla qualita' brasiliana o sudamericana, quello coltivato nell'Australia settentrionale, dal clima piu' caldo, ha un sapore meno acidulo, piu' delicato e gustoso.
E' presente sul mercato quasi tutto l'anno; quando si acquista, la polpa deve essere profumata e piuttosto cedevole al tatto; la buccia corrugata sta a significare che il frutto e' maturo. Se si acquista ancora piuttosto acerbo, puo' essere conservato a temperatura ambiente anche per una settimana, se maturo, nella parte meno fredda del frigorifero per un paio di giorni. In cucina, si consuma al naturale, tagliato a meta' e spolpato con un cucchiaino. E' molto buono mescolato allo yogurt bianco e nei frullati tipicamente esotici; si presta anche per la preparazione di marmellate e di gustosi cocktail profumati; il succo centrifugato e' ottimo per aromatizzare arrosti di maiale o di pollo.
Per quanto riguarda le proprieta' nutrizionali, il frutto della passione e' un vero e proprio concentrato di energia: e' ricco di zuccheri, vitamina A (molto utile per la vista), B, C ed E; di sali minerali quali il ferro, il fosforo e soprattutto il potassio (un solo frutto contiene in media quello di due-tre banane).

MARRONE DI CASTEL DEL RIO - prodotto tipico della regione Emilia - Romagna


http://www.marronedicasteldelrio.it/ sito ufficiale
l marrone è il frutto ottenuto dai castagneti della specie Castanea sativa Mill, rappresentata dai tre biotipi: marrone domestico, nostrano e di San Michele. La pezzatura del Marrone di Castel del Rio IGP deve essere medio-grossa (circa 90 frutti per chilogrammo).
La forma è prevalentemente elissoidale; l’apice è poco pronunciato con presenza di tomento, terminante con residui stillari (torcia) di tomentosità tipica della specie; una faccia laterale è tendenzialmente piatta, l’altra marcatamente convessa; la cicatrice ilare (occhio) è di forma sensibilmente quadrangolare di dimensioni tali da non debordare sulla facce laterali, generalmente piatta.
Il pericarpo è sottile, di colore bruno rossiccio con striature in senso meridiano, rilevate e più scure, in numero variabile da 25 a 30. Esso è facilmente staccabile dall’episperma il quale si presenta di colore camoscio ed è raramente rientrante nelle solcature principali del seme. La polpa è bianca, croccante e di gradevole sapore dolce.
 Per quanto riguarda i castagneti, è vietata ogni forma di forzatura, ogni somministrazione di fertilizzanti di sintesi ed il ricorso a fitofarmaci nella fase produttiva.

PARMIGIANO REGGIANO - prodotto tipico emiliano


http://www.parmigiano-reggiano.it/ SITO UFFICIALE
Il Parmigiano-Reggiano è un noto formaggio dell'Italia settentrionale a pasta dura tutelato dalla Denominazione d'Origine Protetta. Rientra nella tipologia dei formaggi a pasta dura, di cui è considerato, assieme al Grana Padano, il più rappresentativo.
Si tratta di un prodotto a Denominazione d'Origine Protetta (D.O.P.), secondo la norma europea del Reg. CEE 2081/92 ed il riconoscimento del Reg. (CE) N. 1107/96. Solo il formaggio prodotto secondo le regole raccolte nel Disciplinare di produzione può fregiarsi del marchio Parmigiano-Reggiano.
Il Parmigiano-Reggiano deve riportare sulla parte esterna della forma i contrassegni nella loro integrità atti a identificare e distinguere il prodotto. Connubio necessario alla produzione di questo formaggio sono i prati stabili e l'allevamento bovino.Attualmente gran parte della produzione del Parmigiano-Reggiano avviene con latte prodotto da vacche Frisone, introdotte nel territorio nel corso del Novecento, ma la razza tradizionalmente sfruttata per la produzione del formaggio è la Reggiana rossa, a triplice attitudine (latte, lavoro e carne), introdotta probabilmente dai Longobardi.Purtroppo la sua produzione di latte è poco più della metà di quello della Frisona, sebbene di qualità assai superiore, e questo ne spiega l'abbandono, unito anche al fatto che la sua forza e l'attitudine al lavoro sono divenute inutili con l'avvento dei trattori.Alcuni piccoli caseifici ne usano ancora il latte per produrre un formaggio di qualità superiore. Per conoscere la storia e la qualità del parmigiano reggiano prodotto con latte di razza rossa reggiana, si può consultare il sito dell'Associazione Nazionale Allevatori Bovine di Razza Reggiana (ANABoRaRe).Una forma di formaggio Parmigiano-Reggiano deve obbligatoriamente avere un peso variabile compreso tra 24 kg e oltre 40 kg, anche se mediamente s'aggira sui 38,5 kg. Per produrre una forma di Parmigiano Reggiano servono circa 550 litri di latte con una media di oltre 14 litri per ogni chilogrammo di formaggio prodotto.
CUCINA
Il formaggio può essere mangiato a scaglie o grattugiato. La stagionatura migliore non deve essere inferiore ai 24 mesi, potendo arrivare anche a 36 e a 40 mesi.

FORMAGGIO DI FOSSA DI SOGLIANO - prodotto tipico romagnolo


Il Formaggio di Fossa è il simbolo gastronomico di Sogliano al Rubicone. Nel 2009 ha ottenuto il marchio Dop con la denominazione "Formaggio di Fossa di Sogliano Dop".

In questo link trovate tutte le informazioni di come viene fatto il formaggio http://www.comune.sogliano.fc.it/ilpaese/produzioni/formaggiodifossa/formaggiodifossa.htm

PANCETTA DI CALABRIA - prodotto tipico calbrese

La Pancetta di Calabria ha ottenuto il riconoscimento Dop dalla Unione Europea nel 1998 insieme a salsiccia, capocollo e soppressata. La Pancetta di Calabria Dop si produce in tutta la regione utilizzando il sottocostato inferiore e la cotenna dei suini nati ed allevati nella regione. E' una pancetta tesa, nel senso che si presenta nella tipica forma rettangolare perchè non viene arrotolata come quella piacentina. Nella zona di Reggio Calabria si produce un tipo di pancetta arrotolata diversa però dalle altre Dop.Dopo aver preparato la carne proveniente dal sottocostato inferiore del maiale, con la cotenna e del grasso suino, questa viene mescolata con spezie naturali quali il peperoncino rosso in polvere e il pepe nero in grani. La prima operazione da compiere è la salatura, dopo la quale si ha una prima fase di affinamento che dura circa una settimana. La carne viene poi lavata accuratamente e bagnata con aceto di vino. Dopo l'asciugatura, si procede ad una nuova salagione nella parte superficiale, alla quale si abbina anche l'aggiunta di peperoncino dolce finemente tritato. Si fa poi stagionare per circa un mese, in locali aerati con umidità costante. Ogni pezzo rettangolare di pancetta calabrese ha un peso originario che varia dai 3 ai 4 Kg. Come per gli altri salumi calabresi Dop il ciclo produttivo della pancetta deve svolgersi interamente nella regione Calabria, mentre i suini devono essere alimentati secondo una dieta ben definita. Pur essendo meno pregiata degli altri salumi tipici calabresi come la soppressata ed il capocollo, la pancetta è utilizzata nella cucina tipica italiana, sopratutto nella preparazione di sughi soffritti. La pancetta calabrese Dop può essere consumata anche cruda, o appena riscaldata insieme al pane salato, cotto nel forno a legna, tipico della tradizione locale. Oppure consumata con le fave fresche come ingrediente di alcuni piatti tipici regionali. Viene usata anche nella pasta alla carbonara o alla matriciana, o con legumi e polenta.La pancetta ha ottenuto il riconoscimento Dop dall'Unione Europea nel 1998, insieme agli altri salumi tipici della Calabria, quali la salsiccia, il capocollo e la succulenta soppressata calabrese. Dei quattro prodotti tipici Dop è certamente il più grasso e proteico, la sua diffusione copre l'intero territorio regionale.

OLIVE ALLA CALCE - prodotto tipico calabrese


Territorio interessato alla produzione: provincia KR.
NGREDIENTI UTILIZZATI: Olive del tipo Carolea Strongolese, Tonda di Strongoli, Cassanese, Borgese; acqua, sale, pietra di calce o cenere d'olivo.
FORMA: Ovoidale
DIMENSIONI MEDIE: 3 cm.
PESO MEDIO: 10 gr.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura:
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Si scelgono le olive migliori e più grandi, si lasciano a mollo nella pietra di calce e nella cenere (possibilmente di olivo) passata a setaccio, per sei - sette giorni, o, in alternativa, nell'idrossido di potassio, per circa dodici ore. Dopo questo procedimento si passano nell'acqua fresca, cambiata sovente, per renderli dolci. Alla fine si sistemano nel "tineddru" (contenitore di terracotta) oppure, in boccacci con acqua e sale.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Settembre-ottobre.
MATURAZIONE STAGIONATURA DEL PRODOTTO: Per circa una settimana le olive vengono lasciate nella pietra di calce o nella cenere. In alternativa nell'idrossido di potassio.
Materiale, attrezzature e locali utilizzati:
MATERIALI UTILIZZATI: Pietra di calce, cenere passata al setaccio.
STRUMENTI UTILIZZATI: Contenitori di terracotta, vasi in vetro.
LOCALI: Locali asettici e arieggiati.
Elementi che comprovano la tradizionalità: La storia dell'olivo è intimamente legata alla storia della civiltà, soprattutto di quelle che si sono succedute nel bacino del Mediterraneo. Dalla Siria e dalla Palestina l'olivo si diffonde in Anatolia e in Egitto attraverso le isole di Cipro e Creta. A partire dal VI secolo a.C. l'olivo si estende a tutto il bacino del Mediterraneo, dalle sponde africane a quelle italiane, dalla Francia meridionale fino alla penisola Iberica. La colonizzazione della Magna Grecia (VII secolo a.C.) e l'Impero Romano diffusero poi la coltivazione dell'olivo in tutti i paesi del Mediterraneo. Perfino un'antica leggenda ellenica riporta che, Cecrope, semidio, alla fondazione della città di Atene, chiese per la sua città la protezione degli dei; tra questi nacque una competizione sotto gli auspici di Zeus, tra Poseidone, dio del mare e Atena, dea della saggezza; Poseidone col suo tridente colpì la roccia facendone scaturire acqua salata, ed un cavallo, come auspicio della dominazione sui mari. Atena più semplicemente creò l'olivo, che per millenni avrebbe offerto agli uomini un "succo prezioso" per la preparazione dei cibi, usato anche come alimento, per la cura, la bellezza ed il massaggio del corpo, fonte di luce. Atena ebbe la palma della vittoria, e divenne protettrice di quella città chiamata perciò Atene.
Esiste documentazione che comprova la tradizionalità del prodotto in testi di cucina calabrese e di storia delle tradizioni popolari

OLIO EXTRAVERGINE DI CALABRIA COTRONESE - prodotto tipico calabrese


Insieme al Lametia e al Bruzio, l'olio extravergine Alto Crotonese è l'unico olio di oliva prodotto in Calabria ad avere ottenuto il riconoscimento Dop dall'Unione Europea. L'area di produzione dell'olio Alto Crotonese Dop, relativa alla fascia collinare della provincia di Crotone, comprende i comuni di Savelli, Castelsilano, Cerenzia, Carfizzi, Pallagorio, San Nicola dell'Alto e Verzino. Secondo il relativo disciplinare di produzione le caratteristiche al consumo dell'olio extravergine Alto Crotonese sono il colore verde chiaro sino al giallo paglierino, il sapore fruttato leggero, l'odore delicato e un livello massimo di acidità contenuto.
BRUZIO
Primo tra gli oli extravergine di oliva calabresi ad ottenere il riconoscimento Dop dall'Unione Europea, l'olio extravergine Bruzio si produce in quattro zone diverse della provincia di Cosenza, alle quali sono assegnate 4 menzioni geografiche aggiuntive. Infatti il disciplinare di produzione stabilisce che la denominazione di origine protetta dell'olio extravergine di oliva Bruzio deve accompagnarsi ad una delle seguenti menzioni geografiche di provenienza: Fascia Prepollinica, Colline Ioniche Presilane, Sibaritide e Valle del Crati, alle quali risultano corrispondere caratteristiche organolettiche e di consumo differenti.
DI LAMEZIA
Considerato uno dei migliori oli extravergine d'oliva d'Italia e del mondo, l'olio extravergine Lametia ha hottenuto il riconoscimento Dop dall'Unione Europea nel 1999. Viene prodotto solo nei comuni adiacenti la Piana di Sant'Eufemia nella provincia di Catanzaro, tra cui i comuni di Curinga, Maida, San Pietro a Maida, Gizzeria, Filadelfia, Feroleto Antico, Pianopoli e Lamezia Terme. L'olio Lametia Dop rappresenta circa il 7% della produzione nazionale di olio d'oliva Dop, e le sue caratteristiche organolettiche di bassa acidità ed alto contenuto di vitamine D ed E, ne fanno tra i gli oli extravergine più pregiati d'Italia.
LOCRIDE
Il riconoscimento del marchio Dop da parte dell'Unione Europea si trova ancora in fase di valutazione, ma l'olio extravergine di oliva della Locride, ha di certo tutte le credenziali per ottenere il prestigioso riconoscimento. L'olio si ricava da una particolare razza di oliva, detta Grossa di Gerace, ben diffusa lungo la fascia ionica della provincia di Reggio Calabria, chiamata appunto Locride. Nell'area di produzione dell'olio extravergine della Locride ricadono tre comuni della limitrofa provincia di Catanzaro : Guardavalle, Santa Caterina dello Ionio e Badolato. Il disciplinare di produzione è ancora in fase di definizione.

'NDUJA - prodotto tipico calabrese


http://www.nduja.info/it/ SITO UFFICIALE
La 'Nduja (dal francese Andouille ⇒ Anduill)⇒(a nduja) è un tipico salame calabrese morbido e particolarmente piccante.
Viene prodotta prevalentemente nella zona di Spilinga (VV), ma oggi imitazioni del prodotto suddetto, anche di qualità paragonabile, sono ormai prodotte o comunque reperibili in tutta la regione, a tal punto da essere un alimento tipicamente associato, come avviene per il peperoncino, a tutta la Calabria.
Preparata con le parti grasse del suino, con l'aggiunta del peperoncino piccante calabrese, è conservata nel budello cieco (orba), per poi essere affumicata.
Si consuma spalmandola su fette di pane abbrustolito, meglio se calde, o come soffritto per la base di un ragù o di un sugo di pomodoro, con aglio; sulla pizza, prima degli altri condimenti se cruda, oppure appena sfornata; su fettine di formaggi semi-stagionati o nelle frittate.
Storicamente la 'nduja è un piatto povero, nato per utilizzare gli scarti delle carni del maiale: milza, stomaco, intestino, polmoni, esofago, cuore, trachea, parti molli del retrobocca e faringe, porzioni carnee della testa, muscoli pellicciai, linfonodi, grasso di varie regioni, ecc. Nel cosentino venivano aggiunte, a questi ingredienti, le cotiche tagliate col coltello a pezzettini molto piccoli. La geografia tradizionale della 'nduja è stata verificata da Corrado Barberis e Saverio Di Bella. Il successo commerciale è all'origine delle modificazioni attuali nelle composizioni della stessa.

CASIEDDU - prodotto tipico lucano


Il Casieddu (diminutivo di Casu, “formaggio”) è uno dei pochi formaggi caprini italiani di qualità superiore. Purtroppo la produzione è minima e limitata al territorio del comune di Moliterno, in provincia di Potenza.
La lavorazione del latte prevede il riscaldamento fino quasi al livello di ebollizione; successivamente viene aggiunta un’erba aromatica locale, la Nepeta, una specie di timo dal sentore più forte e pungente. Alla fine della lavorazione il formaggio viene avvolto in foglie di felce legate insieme da steli di ginestra.
Personalmente ritengo che sia uno dei pochi caprini nostrani che reggono il confronto con quelli d’Oltralpe. L’ho provato con un bicchiere di Gewurztraminer di Franz Haas…abbinamento esaltante.

PANE DI MATERA - prodotto tipico lucano


Il pane di Matera è il pane ottenuto mediante un antico sistema di lavorazione, tipicamente utilizzato dai panificatori della provincia di Matera. Tale sistema prevede l'utilizzo esclusivo di semola di grano duro.
Il pane di Matera, con il suo sistema di lavorazione, ha una lunghissima tradizione risalente al Regno di Napoli ed anche oltre, come confermato da numerose ed autorevoli fonti storiche. È da sempre alimento tipico del territorio materano, tradizionale zona di coltivazione di cereali, come risulta anche da diverse testimonianze artistiche e letterarie che attestano l'importanza ed il culto del pane nella vita e nell'economia di tutto il territorio.
La zona di produzione del pane di Matera è costituita da tutto il territorio della provincia di Matera; tuttavia il tipico pane a forma di cornetto è prodotto principalmente nel comune di Matera stessa e nei paesi dell'alta provincia materana (Montescaglioso, Irsina, Tricarico, Grassano, Grottole). Nei paesi della bassa provincia materana come Montalbano Jonico, Tursi, Pisticci si produce il pane di forma rotonda, leggermente diverso in termini di sapore e consistenza rispetto al tipico pane materano.

FAGIOLO DI SARCONI Igp - prodotto tipico lucano

Purtroppo non ho trovato molte notizie di questo prodotto così vi consiglio di visualizzare il sito ufficiale di questo prodotto enogastronomico lucano.

è il nome di un prodotto ortofrutticolo italiano a Indicazione Geografica Protetta.
http://www.fagiolidisarconi.it/

PAPAVERO DEI CAMPI - erba dei campi


è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia Papaveraceae.
La specie, largamente diffusa in Italia, cresce normalmente in campi e sui bordi di strade e ferrovie ed è considerata una pianta infestante. Petali e semi possiedono leggere proprietà sedative: il papavero è parente stretto del papavero da oppio, da cui si estrae la morfina.
Il rosolaccio contiene degli alcaloidi, dei quali il principale è la rhoedina, che possono essere sfruttati per le loro proprietà blandamente sedative, infatti un infuso ottenuto con 4 o 5 petali per tazza viene spesso somministrata ai bambini prima di coricarsi in maniera da indurre loro un sonno migliore. È importante notare che gli alcaloidi presenti sono anche blandamente tossici, per questo motivo è importante non eccedere le dosi consigliate e non farne un uso prolungato. In genere un limite superiore di somministrazione consigliato è di due tazze giornaliere.
Oltre ai petali, che in infuso conferiscono alla tisana un profumo gradevole e un colore rossiccio, si utilizzano anche le capsule alle quali i petali sono attaccati, raccolte quando il fiore è sbocciato ma non ancora sfiorito. Le capsule contengono gli stessi alcaloidi presenti nei petali, ma in concentrazione maggiore: per questo motivo si consiglia di non utilizzare più di una capsula per tazza, eventualmente accompagnata da qualche petalo per rendere aromaticamente più gradevole la bevanda. Spesso nello stesso infuso si aggiungono anche dei fiori di camomilla rendendolo ancora più efficace e gradevole.
In Friuli il cespo di foglie che si sviluppa attorno alla radice all'inizio della primavera, quando la pianta è ancora poco sviluppata ed è lontana dalla fioritura, viene consumato lessato ed eventualmente saltato in pentola come verdura nota sotto il nome di "confenòns". Il sapore è delicato e leggermente amaro. Anche nel Salento si consuma questa pianta nota come "paparina".

CAPSELLA BURSA - PASTORIS


è una pianta erbacea, perenne appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.
È una pianta commestibile dal sapore simile al cavolo. Le giovani foglie possono essere mangiate come “insalata dei campi” e dicono abbia proprietà contro l'ipertensione, oppure la rosetta basale può servire nelle “minestre primaverili” o come “erbette per la minestra”. In Cina e America Settentrionale, sui mercati alimentari, è considerata pianta commerciale.
Dai semi si può estrarre dell'olio commestibile.

CAMPANULA RAPUNCULUS - erba di campagna


Campanula rapunculus o Raperonzolo, è una pianta appartenente alla famiglia delle Campanulaceae che cresce in campagna ai bordi delle strade e dei vicoli fino agli 800 metri di altezza. La radice bulbosa è utilizzata in cucina per la preparazione di raffinati antipasti e contorni.
È anche il nome di un personaggio di una fiaba dei Fratelli Grimm, Rapunzel.

La Motta S.p.A. era un marchio italiano


La Motta S.p.A. è un'azienda italiana di prodotti dolciari e gelati, fondata a Milano nel 1919 da Angelo Motta. Il ramo d'azienda che produce gelati attualmente è di proprietà della multinazionale svizzera Nestlè, mentre il settore dei prodotti da forno e dolciario, che assieme rappresentano il maggior volume di introiti, è stato acquisito nel 2009 dall'azienda italiana Bauli S.p.A.
Insieme con Ferrero è una delle aziende del settore dolciario più famose al mondo.
STORIA
Motta nasce nel 1919, in piccolo laboratorio artigianale di prodotti dolciari, l'"Angelo Motta pasticciere", in Via Chiusa a Milano, ad opera di Angelo Motta (Gessate, 8 settembre 1890-Milano, 26 dicembre 1957). Il suo prodotto più famoso era il panettone, tradizionale e tipico dolce milanese.Grazie al grande successo del panettone Motta e degli altri prodotti dolciari, nel 1925 viene aperto un secondo laboratorio, con locali molto più spaziosi, in Via Carlo Alberto, e nel 1928 viene aperto un negozio sopra i locali del secondo laboratorio. Successivamente vennero aperti nuovi negozi in: Corso Buenos Aires, Piazzale Baracca, Viale Corsica, Largo Carrobbio, Corso Garibaldi, Piazza del Duomo.
Nel 1934, Angelo Motta fonda il "Premio della Notte di Natale".
Nel 1937 la Motta diventa una società per azioni.
Nell'estate del 1955 nasce la divisione gelati con il famoso gelato Mottarello.Negli anni '70 la Motta viene venduta alla SME, la società finanziaria del settore agro-alimentare del gruppo IRI.
A seguito dell'acquisizione da parte della SME anche dell'Alemagna, la divisione gelati di Motta viene inglobata nella Italgel, mentre Motta e Alemagna formano l'Unidal (Unione industrie dolciarie e alimentari), in seguito "Gruppo Dolciario Italiano", entrambe del gruppo SME.
Nel 1993, l'IRI, a seguito della privatizzazione di alcune divisioni da parte dello stato, vende i marchi Italgel (Gelati Motta, Antica gelateria del corso, La Valle degli Orti) e Gruppo Dolciario Italiano (Motta, Alemagna) alla multinazionale svizzera del settore alimentare Nestlè.

MELA ANNURCA CAMPANA - prodotto tipico campano


L’Indicazione geografica protetta “Melannurca Campana” si riferisce ad una delle varietà italiane di melo più conosciute e più apprezzate in assoluto dai consumatori: l’Annurca. Definita la “regina delle mele”, infatti, l’Annurca è da sempre conosciuta soprattutto per la spiccata qualità dei suoi frutti, dalla polpa croccante, compatta, bianca, gradevolmente acidula e succosa, con aroma caratteristico e profumo finissimo, una vera delizia per gli intenditori. Il frutto è medio-piccolo, di forma appiattita-rotondeggiante, leggermente asimmetrica, con picciolo corto e debole. La buccia, liscia, cerosa, mediamente rugginosa nella cavità peduncolare, è di colore giallo-verde, con striature di rosso su circa il 60-70% della superficie a completa maturazione, percentuale di sovraccolore che raggiunge l’80-90% dopo il periodo di arrossamento a terra. La “Melannurca Campana” IGP rivendica da sempre virtù salutari: altamente nutritiva per l’alto contenuto in vitamine (B1, B2, PP e C) e minerali (potassio, ferro, fosforo, manganese), ricca di fibre, regola le funzioni intestinali, è diuretica, particolarmente adatta ai bambini ed agli anziani, è indicata spesso nelle diete ai malati e in particolare ai diabetici. Anche per l’eccezionale rapporto acidi/zuccheri, le sue qualità organolettiche non trovano riscontro in altre varietà di mele. Una recente ricerca del Dipartimento di scienza degli alimenti dell'Universià di Napoli Federico II ha dimostrato che la mela Annurca dimezza i danni ossidativi alle cellule epiteliali gastriche. La sua azione gastroprotettiva dipende dalla ricchezza in composti fenolici, che sono in grado di prevenire così i danni ossidativi dell'apparato gastrico e aiutando a combattere le malattie gastriche legate all'azione di radicali liberi. Uno degli elementi di tipicità che certamente caratterizzano la “Melannurca Campana” IGP è l'arrossamento a terra delle mele nei cosiddetti “melai”. Essi sono costituiti da piccoli appezzamenti di terreno, sistemati adeguatamente in modo da evitare ristagni idrici, di larghezza non superiore a metri 1,50 su cui sono stesi strati di materiale soffice vario: un tempo si utilizzava la canapa, oggi sostituita da aghi di pino, trucioli di legna o altro materiale vegetale. Per la protezione dall’eccessivo irraggiamento solare i melai sono protetti da apprestamenti di varia natura. Durante la permanenza nei melai i frutti sono disposti su file esponendo alla luce la parte meno arrossata, vengono poi periodicamente rigirati ed accuratamente scelti, scartando quelli intaccati o marciti. E’ proprio questa pratica, volta a completare la maturazione dei frutti adottando metodi tradizionali e procedure effettuate tutte a mano, ad esaltare le caratteristiche qualitative della “Melannurca Campana” IGP, conferendogli quei valori di tipicità che nessun altra mela può vantare. Due gli ecotipi previsti dal disciplinare di produzione, con due distinte indicazioni varietali in etichetta: l’ “Annurca” classica e la diretta discendente “Annurca Rossa del Sud”, suo mutante naturale, diffuso nell’area di produzione da oltre un ventennio, che ha il pregio di produrre frutti a buccia rossa già sulla pianta. I frutti di maggior pregio, soprattutto dal punto di vista organolettico, a detta degli esperti sono quelli provenienti da piante innestate su franco, allevate a pieno vento e con scarsi apporti irrigui. Le indubbie caratteristiche organolettiche di questa mela, finora apprezzate soprattutto dai consumatori meridionali, stanno progressivamente conquistando anche altri mercati, grazie anche al riconoscimento del marchio di tutela e all'ingresso nei canali della grande distribuzione organizzata. Accanto ai succhi, di grande valore nutritivo, ottimi sono anche i liquori ottenuti dalle annurche, così come i dolci (crostate e sfogliatelle su tutti, ma anche le mitiche e tradizionali “mele cotte” al forno).

NOCE DI SORRENTO - prodotto tipico campano


Non a caso la varietà italiana di noce più coltivata e più pregiata in assoluto è nata in Campania: parliamo della cultivar Sorrento, originaria della Penisola Sorrentina, dove ha trovato un habitat di elezione per le caratteristiche ambientali di questo territorio, ideali per il robusto e armonico sviluppo dell'albero. Di qui si è andata via via estendendo nelle zone frutticole classiche di tutte le province campane (con prevalenza dei vocati suoli vulcanici del Napoletano), dando luogo ad una ampia gamma di ecotipi, tutti noti come Noce di Sorrento, anche se quelli più coltivati e commercializzati sono due. In funzione della forma del frutto, dunque, si distinguono due tipi principali di noci di Sorrento: uno con guscio allungato, regolare, leggermente appuntito (con il "pizzo") all'apice e smussato alla base e l'altro rotondeggiante e più piccolo. Le tecniche di coltivazione, ispirate ai metodi di allevamento tradizionale, e le caratteristiche organolettiche sono le stesse per entrambi i tipi. Così in entrambi i casi il guscio è di colore chiaro, poco rugoso, sottile, tanto da rompersi con una leggera pressione. Il gheriglio - cioè la parte commestibile della noce - è di colore bianco crema, poco oleoso (capace perciò di conservarsi bene per un certo tempo), sostanzioso, tenero e croccante, di sapore gradevolissimo, con aroma e retrogusto del tutto particolari, sia se gustato fresco sia se consumato dopo un periodo di conservazione.Un gheriglio, inoltre, che vanta un peculiare requisito di pregio: a differenza di quanto accade negli altri tipi di noce, infatti, può facilmente essere estratto integro, il che lo rende molto apprezzato dai palati e dall'industria dolciaria. La coltivazione della noce di Sorrento nel corso degli ultimi decenni si è andata sempre più spostando dalla culla di origine della costiera sorrentina (i comuni di Vico Equense e Monti Lattari, soprattutto) alle fertili aree dell'agro Nolano-Palmese-Sarnese, della zona Flegrea e di quella Vesuviana, del Vallo di Lauro e Baianese, della Valle Caudina, della Pianura Casertana e della Valle dell'Imo. Le primissime noci sorrentine, ancora acerbe, vengono vendute solo in Campania tra fine agosto e i primi di settembre, e sono una vera specialità. Ma la raccolta, manuale, si concentra nei mesi di settembre e ottobre, dopodiché le noci vengono messe ad essiccare all'aperto, su graticci, in zone ben ventilate. Le invidiabili qualità di queste noci, prelibate se mangiate, ad esempio, insieme al pane "casareccio", ne fanno un ottimo ingrediente per tante ricette di cucina e di pasticceria. Con le noci "immature" macerate in alcool, poi, si prepara il famoso Nocino, liquore scuro, dolcemente aromatico e digestivo. Ora per la Noce di Sorrento, così buona, gradita dal mercato e tanto saldamente legata ai suoi ambienti storici di produzione, è in arrivo l'atteso riconoscimento dell'Igp (da tempo sono stati avviati dalla Regione Campania gli studi preliminari per la redazione del disciplinare di produzione e di tutta la documentazione necessaria per avanzare la richiesta di registrazione), che potrà contribuire ad una migliore valorizzazione di questa coltura, oggi sempre più soggetta, sul mercato globale, alla concorrenza di prodotto straniero.

CARPACCIO DI PESCE SPADA E TONNO - ricetta siciliana


Ingredienti:
400 g di pesce spada, 400 g di tonno, 10 foglie di basilico, 10 foglie di menta, qualche rametto di prezzemolo, 1 spicchio d'aglio, succo di 1 limone, 8 cucchiai d'olio extravergine d'oliva, sale, pepe, 2 mazzetti di rucola. 

I due tranci di pesce non dovranno essere molto grossi, ma dovranno avere, più o meno, la forma di un filetto; questo permetterà di affettarli con più facilità. 
Lavate le erbe, asciugatele e ponetele nel bicchiere del mixer con lo spicchio d'aglio. 
Aggiungete il succo di limone con l'olio e frullate per alcuni secondi fino a che gli ingredienti si saranno ridotti in crema omogenea. 
Aggiungete un po' di sale alla salsa. 
Lavate i due tranci di pesce e asciugateli bene. 
Con un coltello affilato ricavatene tante fettine: nel caso le tagliaste troppo grosse, potete appiattirle delicatamente con il pestacarne, ponendo le fette tra due fogli di alluminio. 
Disponete le fettine di pesce nei piatti, intercalando a raggiera i due tipi di pesce. 
Guarnite al centro con la rucola leggermente condita con olio e limone e distribuite la salsa sui pesci.

mercoledì 12 settembre 2012

ACETO BALSAMICO DI MODENA - prodotto tipico Emiliano


L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è un prodotto tradizionale della cucina di Modena, la cui produzione è documentata già in un documento del 1046, apprezzato nel rinascimento dagli estensi. È prodotto con mosti provenienti esclusivamente dalla provincia di Modena.
Attualmente questo prodotto è tutelato dal marchio di Denominazione d'Origine Protetta.

FILEJA - pasta tipica calabrese



La pasta tipica Fileja si produce in provincia di Vibo Valentia, da dieci anni si consuma fuori dai confini regionali e nazionali.
Antica produzione familiare tradizionale di pasta fresca, che si tramanda di generazioni in generazioni, consumata in giornata quella fresca, in qualsiasi momento quella essiccata a lunga conservazione, utilizzata per la vendita in tutto il mondo, grazie ai numerosi turisti che hanno conosciuto questo prodotto tramite i ristoratori locali.
una pasta fresca preparata in casa e ricavata con un semplice composto di acqua e farina che viene lavorato a mano.
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina di grano duro tipo "squadremi" o "cappella", acqua, sale.
FORMA: Allungata a vite; - DIMENSIONI MEDIE: 8/10 cm; - PESO MEDIO: 15-20 gr.;
SAPORE: Tipico rustico; - ODORE: Di farina; - COLORE: Bianco-giallo;
"i Fileja" si servono con sugo di pomodoro e con il locale "Pecorino del Monte Poro" grattuggiato. Per gli amanti del "piccantino" il tutto può essere insaporito e "infiammato" da un buon peperoncino piccante calabrese o dalla famosa "Nduia di Spilinga" .

CIPOLLA ROSSA DI TROPEA - prodotto tipico calabrese



La cipolla rossa di Tropea è il nome dato alla cipolla rossa (Allium cepa) coltivata tra Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, e Campora San Giovanni, nel comune di Amantea, in provincia di Cosenza, nel comune di Acquaviva delle Fonti e lungo la fascia tirrenica. Viene prevalentemente prodotta tra Briatico e Capo Vaticano nel comune di Ricadi. Le particolari sostanze contenute nei suoli di questa zona la rendono dolce e non amara.
Questo ortaggio contiene vitamina C, vitamina E, ferro, selenio, iodio, zinco e magnesio. La forma è rotonda od ovoidale.
Il bulbo ha molti effetti benefici; uno di questi è il potere antisclerotico che porta beneficio per il cuore e le arterie, e previene il rischio di infarto.
È composta da varie tuniche concentriche carnose di colorito bianco e con involucro rosso; è coltivata in queste zone da oltre duemila anni, importata dai Fenici, e da oltre un secolo, ora abbinata al turismo, contribuisce allo sviluppo socio-economico della zona. La dolcezza dell'ortaggio dipende dal microclima particolarmente stabile nel periodo invernale, senza sbalzi di temperatura per l'azione di mitezza esercitata dalla vicinanza del mare, e dei terreni freschi e limosi, che determinano le caratteristiche pregiate del prodotto.
Una delle sue proprietà è quella di essere un sedativo naturale, utile a conciliare il sonno.
Recentemente si è scoperto che contiene ossido di azoto, molecola coinvolta, fra l'altro, nel meccanismo dell'erezione.[senza fonte]Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, fa riferimento alla cipolla rossa come rimedio per curare una serie di mali e di disturbi fisici.
Il gusto è determinato in particolare dalla consistente presenza di zuccheri tra i quali glucosio, fruttosio, saccarosio. È facilmente digeribile. Contribuisce alla dieta alimentare con circa 20 calorie per 100 grammi di prodotto fresco.

FICHI A CROCETTA - prodotto tipico calabrese


In Italia la produzione del fico ha particolare importanza nel basso Tirreno, e l’area calabra si distingue per la grande varietà d’utilizzi dei frutti essiccati. I Fichi “chini”, cioè ripieni di delizie, secondo una lavorazione d’antica tradizione romana ripresa nel Medioevo, vengono aperti senza staccare il picciolo, farciti con frutta secca e sovrapposti a crocetta, quattro a quattro, con un chiaro simbolismo religioso. Pur se ormai preparati in ogni parte del mondo e in ogni occasione, sono immancabili nelle famiglie calabresi durante le feste natalizia, quasi a perpetuare una tradizione antica di generazioni.

CLEMENTINE DI CALABRIA - prodotto tipico calabrese




Clementine di Calabria (IGP) è il nome di un prodotto ortofrutticolo italiano a Indicazione Geografica Protetta caratteristico della Regione Calabria, designa esclusivamente il frutto afferente alle seguenti coltivazioni, selezioni clonali, mutazioni gemmarie: "SRA 63", "Spinoso", "Fedele", "Comune", "Tardivo", "Hernandina", "Marisol" e "di Nules".
Le zone di produzione sono nei seguenti comuni:
Provincia di Cosenza: Cassano allo Ionio, Castrovillari, Corigliano Calabro, Crosia, Francavilla Marittima, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, Terranova da Sibari, Trebisacce, Vaccarizzo Albanese, Rossano, Saracena, Cariati, Calopezzati, San Demetrio Corone, S.Giorgio A.
Provincia di Reggio Calabria: Ardore, Benestare, Bianco, Bovalino, Brancaleone, Casignana, Caulonia, Ferruzzano, Locri, Marina di Gioiosa Jonica, Monasterace, Portigliola, Roccella Jonica; Sant'Ilario dello Jonio, Siderno, Rizziconi, Gioia Tauro, Palmi, Rosarno, S.Ferdinando.
Provincia di Catanzaro: Borgia, Botricello, Curinga, Lamezia Terme, Maida Montauro, Montepaone, San Floro, San Pietro a Maida, Sant'Andrea Apostolo dello Jonio, Sellia Marina, Simeri Crichi, Soverato, Squillace, Catanzaro.
Provincia di Vibo Valentia: Briatico, Francavilla Angitola, Limbadi, Nicotera, Pizzo.
Provincia di Crotone: Cirò Marina, Crucoli Torretta, Rocca di Neto.

PECORINO DI FILIANO Dop - prodotto tipico lucano



Il Pecorino di Filiano è un prodotto che ha ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine protetta (D.O.P.) ai sensi del Regolamento CEE N. 2081/92 del consiglio; è riservata esclusivamente ai formaggi ottenuti con latte ovino.
Il Pecorino di Filiano è prodotto in provincia di Potenza, nei comuni di: Atella, Avigliano, Balvano, Baragiano, Barile, Bella, Cancellara, Castelgrande, Filiano, Forenza, Ginestra, Maschito, Melfi, Muro Lucano, Pescopagano, Picerno, Pietragalla, Pignola, Potenza, Rapolla, Rapone, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruoti, Ruvo del Monte, San Fele, Savoia di Lucania, Tito, Vaglio di Basilicata, Vietri di Potenza
Si tratta di un formaggio a pasta dura, è ottenuto con latte intero di pecore di razza Gentile di Lucania e di Puglia, Leccese, Comisana, Sarda. Il disciplinare prevede che il latte destinato alla trasformazione in Pecorino di Filiano, appartenente a due mungiture consecutive deve derivare da allevamenti la cui alimentazione è costituita principalmente dal pascolo, foraggi freschi e da fieni di ottima qualità prodotti nell'area descritta. Sempre secondo il disciplinare, anche il caglio deve essere artigianale preparato con tecniche precise. Il formaggio “Pecorino di Filiano” si produce tutto l'anno.
La forma è cilindrica a facce piane, il peso deve essere compreso da 2,5 a 5 kg in relazione alle dimensioni della forma. La crosta varia dal giallo dorato al bruno scuro nelle forme più stagionate e trattate superficialmente con olio extravergine di oliva prodotto in Basilicata e aceto di vino, il grasso sulla sostanza secca non deve essere inferiore al 30%.


ZUCCA NAPOLETANA - prodotto tipico campano


A Napoli molte ricette vedono come ingrediente la zucca, un ortaggio coltivato localmente in una varietà, detta “zucca lunga”, per via del suo aspetto caratteristico. Ha forma cilindrica, diametro di 30 centimetri circa, e lunghezza tra i 60 e i 100 centimetri, esternamente è di colore verde-arancio e all’interno giallo–arancio. Viene raccolta nei mesi di luglio e agosto, ma è possibile conservarla ed utilizzarla nei mesi invernali per prepararla grigliata o per impiegarla come condimento per la pasta.

LIQUORE DI LIMONE PENISOLA SORRENTINA - AMALFI/LIMONCELLO - prodotto tipico campano



Il limoncello (nelle regioni meridionali) o limoncino (in quelle settentrionali) è un liquore dolce ottenuto dalla macerazione in alcool delle scorze del limone ed eventualmente di altri agrumi, miscelata in seguito con uno sciroppo di acqua e zucchero. Alla base vi è una preparazione semplice, ma accurata. Mediamente dopo almeno un mese di maturazione (ma per certe ricette la durata è molto minore) in bottiglia, diviene il classico liquore giallo da gustare sia come aperitivo che come digestivo dopo i pasti. La buccia di colore giallo citrino, ottenuta dai migliori limoni di forma ellittica, simmetrica e di dimensioni medio-grandi, è l'ingrediente principale del limoncello contenente oli essenziali che conferiscono al liquore un aroma molto deciso. Secondo la tradizione il liquore limoncello nasce agli inizi del novecento e la sua paternità viene contesa tra sorrentini, amalfitani e capresi: molto rinomato infatti è quello prodotto in Campania utilizzando il limone di Sorrento (il "femminello") o lo sfusato amalfitano IGP.
Il termine "limoncello" è consentito solo per i liquori prodotti con gli agrumi IGP della penisola sorrentina.

PATATINE CHIPS

Ingredienti: 2 patate di media grandezza
                 acqua ghiacciata
                 1 manciata di farina di riso
                 sale q.b.
                 olio per friggere

Questa ricetta mi ha ispirato un programma su ARTURO che si chiama BISCHERI & BISCHERATE.
Una ricetta super semplice e nello stesso tempo d'effetto.
Avete mai fatto le chips in casa?
Per me era la prima volta ma né valsa la pena.
Lavate le vostre patate,asciugatele con carta da cucina e sbucciatele con un pela patate poi con un coltellino affilato tagliate delle rondelle sottilissime e mettetele in una ciotola con l'acqua gelata compresi i cubetti.
Una volta messe nell'acqua gelata asciugatele rapidamente con carta da cucina e  impanatele con la farina di riso.
Poi,accendete la friggitrice e mettetele nel cestello.
Saranno pronte quando avranno preso quel colore dorato e quindi salatele a piacimento.
Buon appetito a tutti!

lunedì 10 settembre 2012

SALAK frutto esotico



Conosciuto anche come snakefruit (frutto serpente), il salak è il frutto di una palma originaria di Malesia ed Indonesia.
La pianta ha un aspetto singolare, essendo quasi priva di tronco e dotata di grandi foglie spinose (le spine sono lunghe anche 15 cm).
Il frutto ha una forma di goccia, ed è ricoperto da una similcorazza di colore tra il bruno ed il rossiccio.
All’interno, la polpa del salak è divisa in 3 lobi, racchiuse in una sottile membrana ed ospitanti ciascuna un solo seme.
Il sapore del salak è tra il dolce e l’aspro, anche se può variare a seconda della cultivar.

OLI EXTRAVERGINI DI OLIVA COLLINE DI ROMAGNA E BRISIGHELLA



Olio extravergine di oliva, ottenuto da olive della varietà “nostrana di Brisighella”, raccolte direttamente dall’albero nel periodo compreso tra il 5 novembre e il 20 dicembre di ogni anno. Gli uliveti devono presentare una densità di impianto variante fra 200 e 550 piante per ettaro, a seconda dei sesti di impianto, e la produzione massima per ettaro non può superare i 5.000 chilogrammi.
La resa massima di olive in olio è del 18%. Per l’estrazione dell’olio, sono ammessi solo processi meccanici e fisici atti a produrre un olio che presenti il più fedelmente possibile le caratteristiche peculiari originarie del frutto.

CEDRO DI DIAMANTE prodotto tipico Calabrese



Area storica di produzione e consumo: Riviera dei cedri, costa tirrenica cosentina da Tortora a Cetraro, dove, si produce il 98% della produzione nazionale di cedro. In Calabria il cedro sarebbe giunto intorno al terzo secolo a.C., sempre ad opera delle popolazioni ebraiche, fondatrici di numerose colonie della Magna Grecia.
Legame col territorio: la fascia di litorale tirrenico che va da Tortora a Cetraro, in Calabria, è l'unica zona italiana dove si coltiva il cedro. Tutta la produzione viene assorbita per celebrare le ricorrenze religiose ebraiche. Alla fine dell'estate vi giungono i rabbini a raccogliere personalmente, da piante non innestate, i cedri che servono alla festa del Sukkoth (festa ebraica), che commemora l'attraversamento del deserto degli Ebrei per raggiungere l'attuale Israele.
Descrizione del prodotto: Forma: ovale; pezzatura: circa 1 Kg; colore: verde chiaro;
Scorza: spessa, dal sapore dolce; polpa: ridotta con poco sugo;
Gusto: dolce- acidulo; aroma: intenso e gradevole.
ecniche di produzione: Le piante, allevate in forma bassa, si moltiplicano per talea; esse sono sensibili al gelo, soggette alla gommosi e al mal secco e durante l'inverno vengono protette da speciali coperture.
Fioriscono durante tutto l'anno e la maturazione è scalare, mentre la raccolta si effettua dai primi di ottobre ai primi di dicembre. Nel cedro i frutti migliori derivano dalla fioritura di maggio e giugno.
La produzione nazionale del cedro è passata dai quasi 50.000 quintali del 1970 a meno di 7.000 quintali negli ultimi anni.

PECORINO DI MOLITERNO - formaggio tipico Lucano


Il Canestrato di Moliterno, viene prodotto nel caratteristico centro dell'Alta Val d'Agri, da sempre famoso per la stagionatura dei formaggi. E' un formaggio prodotto stagionalmente con latte di pecore e capre allevate prevalentemente a pascolo brado. La lavorazione del latte acquista una connotazione particolare per via della pressatura della cagliata fatta a mano all'interno dei canestri - detti localmente fuscelle - da cui l'appellativo canestrato - fino a compattarla. A pasta dura uniforme, è di colore giallo paglierino (produzione estiva), dal sapore piccante, forte ed aromatico. Si presenta in forma cilindrica e peso tra i 2 ed i 3 Kg, la stagionatura ha una durata di circa otto mesi.
Nella stessa zona si può trovare anche il CACIORICOTTA: Formaggio prodotto stagionalmente a livello locale da latte di capra e/o pecora allevate prevalentemente al pascolo. E' ottenuto dalla coagulazione termica di latte intero ad acidita' naturale, addizionato di siero acido naturale; si può anche impiegare caglio in pasta di agnello o di capretto. Formaggio a pasta cruda lavorato manualmente, è sottoposto a stagionatura naturale e salato a secco. E' un prodotto a pasta morbida, uniforme, di colore bianco (2-3 gg ) o a pasta semidura, leggermente occhiata, di colore giallo paglierino (3-4 mesi). Si presenta di forma cilindrica, del peso medio di 1 Kg. E' un formaggio a prevalente sapore sapido (2-3 gg) o piccante (3-4 mesi) utilizzato sia come prodotto da tavola che da grattugia. Una variante famosa del cacioricotta è il CASIEDDU DI MOLITERNO. Viene prodotto con il latte di capra prima della coagulazione, e viene poi aromatizzato con la Nepeta, una pianta che tra l'altro ha proprietà antibatteriche. Il formaggio fresco, di colore bianco e con delicato gusto di erbe aromatiche, è posto in vendita in un involucro di felci legate all'estremità superiore con un rametto di ginestra. IL CASIEDDU è Presidio Slow Food.

CARNE DI BUFALO CAMPANA - VIVA LA TIPICITA'


La carne bufalina rispetto a quella vaccina, contiene meno grasso di infiltrazione (è presente invece una grande quantità di grasso di copertura, facilmente separabile dal magro) e meno colesterolo (fino al 50%), è più tenera, per un minore presenza di idrossiprolina, più succosa, per una maggiore capacità di ritenzione idrica. La carne di bufala proveniente da animali correttamente allevati presenta inoltre, rispetto a quella di manzo e vitello, un minore contenuto di colesterolo, lipidi e residuo secco ed un maggior contenuto in ferro e proteine. Sin dai primi anni '60 autorevoli Istituti Universitari e di ricerca, hanno condotto studi sulle attitudini alla produzione carnea del Bufalo mediterraneo allevato in Italia. Tali ricerche hanno dimostrato che il grasso presenta maggiori contenuti di acido stearico ed oleico, neutri nei riguardi della colesterolemia umana, nonché di acido linoleico che, in quanto polinsaturo, può agire efficacemente nella riduzione della colesterolemia stessa. Il contenuto di colesterolo del grasso intramuscolare bufalino è risultato nettamente inferiore a quello di diverse altre razze vaccine. La carne bufalina è in ogni caso più tenera di quella delle altre specie allevate.