mercoledì 18 luglio 2012

FICHI D'INDIA DELL'ETNA non è un frutto esotico


Il fico d’India è una parte caratteristica nel paesaggio delle pendici dell’Etna sud-occidentale dove il clima mediterraneo subtropicale – dall’estate lunga e secca, con piogge soprattutto in autunno e in inverno e forte escursione termica tra il giorno e la notte – e l’unicità del terreno vulcanico, danno al fico d'India dell’Etna caratteristiche impossibili da trovare ad altre latitudini, persino nell’area etnea. I fichi d'India principalmente vengono mangiati freschi, ma sono anche usati per produrre marmellate, canditi, bevande, farina, oli, e essiccati. Tra le preparazioni gastronomiche, oltre alla marmellata e al gelato, segnaliamo: i mostaccioli (succo ristretto per ebollizione, con farina di semola e aromi) e la mostarda (analoga ma con succo d’uva e può contenere canditi). La pianta di ficodindia è utilizzata anche nell’industria per produrre farmaci, coloranti, pectine, concimi e cosmetici.Il periodi di produzione va dalla metà di agosto con i frutti di prima fioritura (agostani) fino  al quadrimestre settembre/dicembre con quelli di seconda fioritura (scozzolati o bastardoni).La raccolta ha luogo nel momento in cui inizia la maturazione, cioè al cambiamento di colore dal verde al giallo-rosso. Il frutto va raccolto in modo da lasciarvi attaccata una piccola parte di cladodo (il ramo del fico d'india, che ha l’aspetto di foglia ed è caratteristico di alcune cactacee). L'operazione successiva è quella di despinare i frutti per il consumo finale. Appena raccolti, i frutti vengono tenuti in luoghi ventilati e asciutti per conservarli al meglio ed in seguito possono essere conservati in frigorifero.

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