mercoledì 25 luglio 2012

CILIEGE DI VIGNOLA


La capitale indiscussa della ciliegia è Vignola, graziosa città cresciuta ai piedi di una rocca medievale considerata il più bel castello dell’Emilia. Ma l’intero territorio ai lati del fiume Panaro, da Spilamberto in giù, è una zona vocata alla coltivazione di alberi da frutto, sin dalla più lontana antichità. Lo stesso nome della città (dal latino «vineola», piccola vigna) richiama i vigneti, che, con buona probabilità, furono la prima coltura arborea qui praticata con una certa fortuna. L’avvento del ciliegio, albero di origine asiatica, è invece avvolto nel mistero. Si sa che già all’epoca dell’impero romano aveva fatto la sua comparsa nel modenese, ma le prime testimonianze scritte della sua presenza a Vignola risalgono solo alla fine del secolo scorso. Periodo in cui si afferma la coltura dei “tre strati”: nello stesso terreno si trovano piante d’alto fusto (ciliegi), di media taglia (meli, peri, susini) e ortaggi. Un uso assai intelligente del territorio, che dimostra le capacità agricole dei vignolesi. Così, già nel 1920, il giornale «Agricoltura Modenese» può strillare il prezzo elevato (ben 200 lire al quintale!) raggiunto dalle ciliege di Vignola al mercato di Modena.

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